Nacque a Graglia, provincia di Vercelli, nel 1913 figlio di Giovanni e Maria Astrua. Iscrittosi alla facoltà di lettere dell’università di Torino, nel 1933 si arruolò volontario nel Regio Esercito frequentando, come allievo ufficiale, la scuola di Milano. Nel giugno dello steso anno ottenne la nomina a sottotenente di complemento, e venne assegnato a prestare servizio nel 3º Reggimento alpini. Congedatosi nel gennaio 1935, fu richiamato in servizio pochi mesi dopo, in vista dello scoppio della guerra d’Etiopia. In forza alla 614ª Compagnia mobilitata del 7º Reggimento alpini partì per l’Africa orientale, dove prestò servizio fino all’ottobre 1936. Rientrato in Patria a causa di una ferita ricevuta in combattimento, decorato con la Croce al merito di guerra e il passaggio e sottotenente in servizio permanente effettivo, fu assegnato al battaglione “Borgo San Dalmazzo” del 2º Reggimento alpini.  Promosso tenente, dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatte dapprima sul fronte occidentale e poi su quello greco-albanese a partire dal mese di novembre. Promosso capitano nel gennaio 1942, partecipò alle riprese del film bellico I trecento della Settima, girato a Limone Piemonte, e successivamente sposandosi. Il 6 dicembre dello stesso anno partì  per il fronte russo al comando della 15ª Compagnia. Cade eroicamente in combattimento il 20 gennaio 1943, e per onorarne la memoria fu decretata la concessione della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Il suo paese natale gli ha intitolato una Piazza, mentre quella di Biella una via e il locale circolo ufficiali.

Medaglia d’Oro al valor militare

Meda gliad'oro valor militare«Comandante ardito e capace, costituiva della sua 15ª compagnia alpini (Borgo S. Dalmazzo) un solido ed aggressivo strumento di guerra. Tenace difensore delle posizioni sul Don le lasciava per ultimo costituendo la retroguardia del 2º reggimento alpini durante la tragica manovra di ripiegamento. Incalzato da forze preponderanti, le conteneva impegnandole in successive audaci azioni sanguinose, realizzando concreti successi. Delineatasi la crisi, durante un violento combattimento tendente ad aprire un varco attraverso l’accerchiamento nemico, con perizia e superbo valore, trascinava i suoi alpini stremati di forze su munitissime posizioni riuscendo, dopo cruenta lotta, a sloggiare i difensori numericamente superiori, in seguito, benché ferito, riuniva i gloriosi superstiti di tutte le compagnie del battaglione, ne assumeva il comando e, galvanizzandoli col suo eroico esempio, al grido di «Avanti, Borgo» li portava audacemente all’attacco di posizioni difensive, le superava e catturava armi individuali e di reparto che subito volgeva contro il nemico in fuga. Contrattaccato in forze, indomito. Nuovamente ferito, persisteva con stoica fermezza nel rinnovare violenti contrassalti che protraeva imperterrito finché cadeva colpito in fronte tra i suoi alpini, perpetuandone, con la sua saldezza, le tradizioni di gloria. Fronte russo, 16 – 20 gennaio 1943 reagiva.»
-Decreto Presidenziale 15 marzo 1950

Croce al merito di guerra

– Avanzamento per merito di guerra