Museo Biellese degli Alpini – il sentiero della memoria

 

Progetto museologico


Qual è oggi il senso di un museo degli alpini? Perché allestirlo a Biella? E’ partita da queste domande la riflessione che ha portato l’ANA di Biella a formulare il progetto di una nuova forma di museo dedicato alla storia de gli alpini e al loro rapporto con il territorio. Ciò che manca nella gran parte dei musei odierni è il senso dei luoghi, la capacità cioè di far comprendere lo speciale rapporto tra istituzione e territorio, vero valore aggiunto di ogni esperienza culturale.
I musei alpini tradizionali sono quasi sempre incentrati su oggetti, più o meno simili in qualsiasi museo: alla base del museo degli alpini di Biella c’è un progetto  non per un allestimento di museo/libro fisso, perché superato e troppo ripetitivo, al contrario per un percorso a modulo, con spazi scanditi dalla luce e dove il rinnovato percorso museale unisce storia e tradizioni degli alpini alla società nella quale sono state espresse.
Partendo da un inquadramento storico generale costruisce una memoria didattica per ogni periodo, contestualizzandola con particolare risalto alla realtà di quello  stesso periodo nel territorio biellese, valorizzando così il ruolo degli alpini nella storia italiana e mostrando altresì in che modo l’Associazione Nazionale Alpini sia preziosa custode di questo patrimonio storico e sociale.
Gli oggetti che hanno fatto la storia e gli eventi sono una parte importante della vita di ogni uomo e quando questi oggetti rappresentano la vita di un corpo come quello degli alpini allo ra diventano qualcosa di più, patrimonio di una collettività per ricordare e per tramandare i sacrifici, le conquiste e lo spirito di un gruppo.
E’ stato allestito un percorso museale unico, interessante e ricco di testimonianze che hanno fatto la storia d’ Italia: dal cappellificio Cervo di Sagliano Micca ai cannoni di Adua, dalla divisa di Costantino Crosa caduto sul Piave nel 1918 a quella di padre Brevi prigioniero in Russia dal 1942 al 1954. Oggetti di vita quotidiana, scritti e speranze di un popolo, quello alpino, che è la vera spina dorsale d’Italia e visitando il museo, idealmente come nell’immagine della ritirata di Russia a Nikolajewka, camminiamo insieme verso il nostro futuro.

 

Progetto museografico


Il Museo Biellese degli Alpini e’ stato progettato partendo da uno spazio all’interno del fabbricato industriale esistente, adibito in origine a rimessa.
La sua dimensione di circa 700 mq con un’altezza di 5,20 metri ha permesso al suo interno di modellare un percorso sviluppato su due livelli con la creazione di un soppalco in ferro, collegato al piano terra da scala e da ascensore per il superamento delle barriere architettoniche.
La divisione degli spazi è stata eseguita utilizzando lastre in ferro “korten”: lastre che hanno la particolarità, dopo aver subito un trattamento di invecchiamento mediante acidi appositi, di assumere un color ruggine velato, supportato da uno studio illuminotecnico mirato ad esaltare i reperti.
Ogni lastra è stata sagomata con una lavorazione laser, sviluppando uno skyline con temi di storia alpina come sc ene di combattimento, marce in montagna con alpini e muli, rappresentazione delle Alpi biellesi e delle Dolomiti: questo per contestualizzare e guidare la percezione degli oggetti esposti.
Il soppalco è stato studiato per ricordare le vecchie tradotte militari, pertanto al posto della ringhiera è stata disegnata una fiancata rivisitata di una tradotta, comprensiva di ruote e rotaie.

“ Il Sentiero della Memoria ” 

Il Museo si articola in diverse sezioni:

  • I 150 anni dell’Unità d’Italia

  • Perrucchetti, fondatore del corpo

  • La storia del cappello alpino con il Cappellificio Cervo

  • Le guerre d’Africa. I cannoni di Adua

  • La guerra di Libia

  • La prima guerra mondiale

Al piano rialzato, realizzato dentro un immaginario vagone ferroviario, tutto ciò che riguarda la seconda guerra mondiale con particolare riferimento alla campagna di Russia, l’ ultima sala, dopo il Sacrario delle Medaglie d’Oro, racconta la storia dal 1946 ai giorni nostri, con una ricostruzione anche di una camerata con i letti a castello

INGRESSO LIBERO
ORARIO
Mercoledì e Venerdì 15 – 19

In altri orari su prenotazione
Visite guidate per gruppi e scuole
Segreteria (dal lunedì al venerdì 15 -19)
Tel: 015 406112
museo@anabiella.it


Il Museo delle TRUPPE ALPINE “MARIO BALOCCO”

La storia del Museo in Via Delleani

Inaugurato il 15 settembre 1972 in occasione del 50° di fondazione della sezione, è dedicato a Mario Balocco, il presidente che nel 1952 organizzò una memorabile Mostra Nazionale delle Truppe Alpine, inaugurata dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e dalla quale scaturì l’idea di creare il Museo, che trovò attuazione durante la presidenza di Alvise Mosca.

L’allestimento originario delle sale fu curato con grande capacità in ogni particolare dal dott. Giuseppe Cavallo (“Bebi” per gli amici) pure lui scomparso prematuramente.

Da quei giorni una apposita Commissione, nel tempo guidata da Alberto Buratti, in seguito  da Umberto Carnazzi e attualmente da Antonio Pirini, si preoccupa costantemente della manutenzione, del riordino e reperimento dei materiali (documenti, cimeli, fotografie, uniformi, distintivi, armi ecc.) al fine di aggiornare sempre il Museo.

Ogni sala ospita i cimeli di uno specifico periodo storico delle Truppe Alpine, quali la costituzione del Corpo degli Alpini, la partecipazione alla battaglia di Adua del 1896 (il museo ospita quattro pezzi d’artiglieria  della battaglia), l’epoca della Grande Guerra 1915-1918 con armi, preziosi cimeli e immagini delle montagne ove si fronteggiarono alpini e austriaci: chiude il periodo un esemplare dell’obice 75/13 dell’artiglieria alpina. Quindi l’Africa Orientale, il Fronte Occidentale, Albania, Grecia e Montenegro fino ad arrivare al sacrificio in Russia delle Divisioni Alpine Cuneense, Julia e Tridentina.

Una sala è dedicata alla Scuola Militare Alpina di Aosta, mentre non manca il ricordo dei più significativi interventi dell’A.N.A. in tempo di pace: Friuli, Irpinia, Valtellina, Asilo di Rossosch, Cascina Carrubi,  fino a quelli per l’alluvione in Piemonte.

Infine, preziosissima e unica, la sala che ospita il “Sacrario della Gloria” con le 205 fotografie del volto degli Alpini decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare: all’altare che orna il Sacrario, si sono aggiunti  – donati dalla famiglia – l’altare da campo, i paramenti e altri oggetti sacri che accompagnarono Padre Giovanni Brevi nella terribile prigionia in Russia dal 1942 al 1954.

In occasione del 50° anniversario di fondazione della Sezione di Biella, il “ Museo delle Truppe Alpine Mario Balocco – per non dimenticare”; con il trasferimento nella nuova sede di Via Ferruccio Nazionale, 5 in Biella, assume la denominazione “Museo biellese degli Alpini – il sentiero della memoria

Il Museo è meta di continue visite di scolaresche, alpini e cittadini provenienti da numerose regioni italiane.



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