Il 2021, così come il 2020, saranno anni difficilmente dimenticabili da tutti noi. Le nostre abitudini, la nostra socialità, che parevano inscalfibili, si sono sciolte come neve al sole a causa di un virus, tanto invisibile e minuscolo, quanto pericoloso e subdolo. Le nostre “vite alpine” all’interno dei gruppi si sono immediatamente congelate. Tutti i nostri obiettivi e le nostre ambizioni associative si sono irrimediabilmente bloccate, senza sapere, cosa ancora più inquietante, per quanto tempo e fino a quando.Improvvisamente, le nostre baite, si sono fatte silenziose senza più ne canti, ne discussioni, ne occasioni di convivialità. Così è venuta menoanche la possibilità di incamerare “ossigeno”, per noi prezioso ed indispensabile per poter far fronte non solo alle nostre spese ma, anche e soprattutto, per permettere al nostro grande cuore alpino della solidarietà, di poter continuare a battere incessantemente. Si è posta, davanti a noi, una nuova sfidae abbiamo dovuto riadattare le nostre abitudini cercando di non smarrire il filo conduttore che da sempre alimenta la nostra alpinità più profonda: “ricordare i morti aiutando i vivi”. In poche settimane ci siamo, così, ritrovati a distribuire, alla popolazione dei nostri paesi, mascherine chirurgiche anziché le nostre abituali fagiolate. Oppure a metterci fieri a disposizione delle autorità civili e sanitarie per dare una mano ai molti centri vaccinali che, nel corso del 2021, sono stati costituiti nella nostra bella terra.Noi alpini, amici degli alpini ed aggregati, indipendentemente dall’essere o meno parte dei vari corpi di protezione civile, uniti dai nostri rispettivi copricapo e loghi associativi,ci siamo rivestiti di orgoglio e, soprattutto, della nostra instancabile voglia di dimostrare, come sempre con molti fatti e poche parole, quanto il nostro motto sezionale sia un imperativo assoluto per tutti noi.Ed ecco, quindi, la splendida realtà dei “gruppi della Bassa”, con in testa il gruppo di Santhià, che hanno messo a disposizione la loro baita per realizzare il centro vaccinale cittadino, che continua ad essere esempio di operatività ed eccellenza. Ed ancora il gruppo di Casapinta pronto ad aiutare personale medico ed amministrativo nel centro vaccinale del suo comune.A Candelo, nel mese di aprile, per scelta dell’Azienda Sanitaria, è stato inaugurato un centro vaccinale per i cittadini di Candelo, Borriana, Gaglianico, Ponderano e Verrone. È bastata una telefonata di pochi secondiper far sì che, i colleghi capigruppo dei succitati gruppi, rendessero disponibili i loro iscritti per impegnarsi nel centro vaccinale. In meno di un giorno si erano resi disponibili e immediatamente operativi quasi 40 tra alpini, amici degli alpini ed aggregati che, per oltre 3 mesi, si sono alternati a fare la cosa che a noi riesce meglio in assoluto…AIUTARE LE PERSONE.
Ora è tempo di ripopolare la nostre sedi, di ricominciare a cantare, di riprendere i nostri obiettivi e le nostre ambizioni che, in questi due anni,si sono un po’ troppo impolverate. È ora di ripartire, come sempre, più forti di prima.
Capogruppo di Candelo Alberto Ferraris