Biella ricorda l’ 80° anniversario di Nikolajewka

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Come ogni anno il ricordo della battaglia di Nikolajewka, che fu cosiderato lo scontro decisivo e disperato per tornare a “baita”, gli Alpini Biellesi hanno ricordato, sabato 28 gennaio, l’ 80° di Nikolajewka a San Giacomo del Piazzo, con una S. Messa, celebrata dal Canonico don Gianni Panigoni in suffragio di chi “non è tornato a baita”.
Facevano ala moltissimi Gagliardetti dei gruppi, il Vessillo Sezionale con il presidente Fulcheri e molti alpini ed amici; presenti il Sindaco Claudio Corradino, il Consigliere Regionale Michele Mosca e, in rappresentanza della Brigata Taurinense, il Tenente Colonnello Vito Renna, Comandante Battaglione 32 ° Genio Guastatori.
Puntuale prima della celebrazione la bella introduzione del capo gruppo Marco Rigola.
Un bellissimo rito in ricordo degli alpini che non tornarono a “baita”, reso acora più suggestivo dalle voci del coro alpino Stella Alpina di Vergnasco Magnonevolo Cerrione.

Foto: Stefano Socco



“Tra il 10 di dicembre ’42 e il 25 gennaio ’43 si combattè quella che.. sbrigativamente ed emotivamente… viene ricordata come “la ritirata di Russia”.
E, oggi, a ottanta anni da quei tragici giorni, è giunta l’ora di ridare dignità a quella che fu si, una battaglia perduta (ogni arretramento, in fondo, lo è) ma non fu…una rotta….scoordinata e caotica, come tutta una storiografia orientata a “declassare le operazioni condotte durante la guerra fascista” ha voluto descrivere, ma una difficilissima e complessa manovra in ritirata, tentata ed in parte (solo in parte) riuscita azione di sganciamento. Se molte delle Divisioni dell’ARMIR si sfaldarono, infatti, il Corpo d’Armata Alpino continuò ad esistere in quanto Grande Unità e mise in atto, in un ambiente ostile ed in condizioni climatiche estreme, un azione articolata e brillante che con due delle Sue Divisioni (la Julia e la Cuneense) a proteggere il fianco Est e la Tridentina quale punta di sfondamento, consentì, a prezzo di gravissime perdite (non dimentichiamo che i sovietici ne ebbero altrettante se non forse maggiori) ad alcune decine di migliaia di Uomini di poter porsi in salvo. Ricordiamolo, per dar spazio ad una verità storica, fino ad ora negata e ricordiamo coloro che ne furono gli artefici: Generale Gabriele Nasci, Comandante del Corpo d’Armata Alpino, Colonnello Giulio Martinat, Capo di Stato Maggiore Generale Luigi Reverberi, Comandante la D. alpina Tridentina, Generale Umberto Ricagno, Comandante la Divisione Alpina Julia, Generale Emilio Battisti, Comandante la Divisione Alpina Cuneense; e….ricordiamo Tutti gli Alpini (e non) che in quei giorni combatterono (…insisto…combatterono, non….si ritirarono e basta…). Solo così possiamo(e dobbiamo) ricordare quei giorni…ridando la dignità che i tanti (troppi) caduti si sono vista negata in omaggio ad una banalizzazione strumentale che sino ad ora ha “sacrificato” la memoria ….”

                                                                                                                              Claudio Vercellotti
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