Fondo archiviale Vialardi di Sandigliano

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Il Museo degli Alpini della Sezione di Biella si arricchisce, grazie alla donazione del “Fondo Tomaso Vialardi di Sandigliano” di nuove opportunità per la conoscenza della Storia degli Alpini. Venerdì 02 dicembre il nostro Presidente Marco Fulcheri dopo aver scoperto, protetto dalla Bandiera Tricolore, il ritratto del Generale Tomaso Vialardi di Sandigliano, ora esposto sopra la teca realizzata per contenerne parte della documentazione, ha invitato i gentili ospiti tra i quali il Signor Colonnello Comandante il 32 Reggimento Genio Guastatori della Brigata Alpina Taurinense alla presentazione commentata dall’archivista Danilo Craveja e dal donatore del Fondo, il Signor Conte Dottor Tomaso Vialardi Di Sandigliano, nipote del Generale del quale porta a Sua volta il nome. È stata una scoperta apprendere che la creazione degli “Alpini Skiatori”, agli albori del XX secolo erano chiamati così, nacquero dalla felice intuizione di un Ufficiale Biellese, l’allora Capitano Tomaso Vialardi, probabil mente affascinato ed amante di questa nuova disciplina sportiva e lungimirante nel proporne l’applicazione ad un Corpo Militare nato con precise applicazioni nell’ambiente montano. Le immagini fotografiche dei primissimi anni del 1900 hanno permesso di conoscere gli albori di un supporto tattico che oggi diamo per scontato per le Truppe Alpine. Il “Vin d’Honneur” caratteristica delle celebrazioni ufficiali militari ha concluso questa serata che ha approfondito la conoscenza della Storia degli Alpini. Ringraziamo il Signor Conte Tomaso Vialardi di Sandigliano per l’importante dono al nostro Museo degli Alpini della Sezione di Biella.

                                                                                                                                                    Vittorio Gamba

Foto: Stefano Socco

 



Generale di Divisione
Tomaso Vialardi di Sandigliano
(Sandigliano, 21 gennaio 1863 – Torino, 29 dicembre 1927)

Discendente da una famiglia di forte tradizione militare, giovanissimo orfano di padre e di madre, Tomaso Vialardi di Sandigliano entra volontario a diciassette anni nel 2° Battaglione di Istruzione. Da lì, Sottotenente nel 48° Reggimento Fanteria (Brigata “Ferrara”), quindi Capitano Aiutante di Campo nel 32° Reggimento Fanteria (Brigata “Palermo”).
Passato nel 1894 nel 3° Reggimento Alpini, nel 1901 lo Stato Maggiore gli affida l’incarico di uno studio di fattibilità per la costituzione di un Gruppo specialistico di Alpini sciatori, ovvero il 1° Gruppo sperimentale “Skiatori”, di cui assume il comando. Composto dei tre plotoni “Guide” di ciascun battaglione del reggimento e incrementato con ventidue soldati scelti, Tomaso Vialardi di Sandigliano vi coopta i tre comandanti dei tre plotoni “Guide”, cioè i tenenti Testa Fochi (che riceverà due Medaglie d’Argento al Valor Militare e altrettante di Bronzo) e Asinari di Bernezzo, e il Sottotenente Viscontini.
Il Gruppo “Skiatori” ha sede nella “Caserma difensiva” di Clavières. Gli ottimi risultati si concretizzano con il decreto dell’appena nominato Ministro della Guerra, Generale Giuseppe Ottolenghi, del 25 novembre 1902, che ordina l’impiego dello sci in tutti i sette reggimenti Alpini.
Maggiore nel 1904, Tomaso Vialardi di Sandigliano è destinato al 4° Reggimento Alpini (Battaglione “Susa”), poi al 59° Reggimento Fanteria. Colonnello Capo di Stato Maggiore della Divisione di Torino nel 1915, è promosso Brigadiere Generale nel 1919, Generale di Brigata nel 1923 e di Divisione nel 1927.
Il ritorno alla vita civile, durata peraltro pochi mesi, non scioglie il legame profondo con il mondo militare. Tra le molte opere di limpido accento sociale cui si dedica, spiccano in particolar modo, quelle indirizzate alla condizione del soldato. È, tra l’altro, tra i fondatori della Sezione Torinese dell’Ufficio Centrale per Notizie alle Famiglie dei Militari di Terra e di Mare, il cui compito di collegamento tra Ministero della Guerra, cappellani militari al fronte, infermerie da campo, ospedali e treni ospedale, con le famiglie dei soldati nella Grande Guerra fu riconosciuto fondamentale dai competenti Ministeri della Guerra e della Marina. Fu inoltre tra i costitutori della Società Astronomica Italiana e dell’Unione Pro Schola Libera.

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